“20 Maggio 2016, ore 18. Inermi guardiamo una rumorosa e beffarda grandinata spazzare via grappoli e tralci di un’ottima annata. Ma se la totale anarchia della natura toglie, la sua generosità compensa. Le modeste e tenaci femminelle danno vita ad altri frutti che solitamente vengono sacrificati per quelli del tralcio principale, e capovolgendo la situazione, ci regalano un singolare succo. Uve raccolte il 5, il 12, il 13 e il 17 Ottobre dopo la vendemmia di Settembre. Milleduecento le bottiglie e in ognuna la propria libertà. A noi piace così.” Questa è l’interpretazione dell’annata 2016. Sfortunata, inaspettata, disastrosa. Però da qui Alessandro, Daniela e Beatrice sono partiti per capovolgere e rendere unica questa 2016 di rese pressoché inesistenti, circa una cassetta per filare, e dare una lettura nuova e di grande respiro. Le pochissime uve sono state raccolte e vinificate in due tonneau usati, dopo un anno sono stati messi in acciaio e dopo quaranta mesi il vino è passato in bottiglia. Bottiglia rara, da aspettare. Acidità imponente, potenziale enorme.Bianco Fermo
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