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Marco Sara
Circa otto ettari di vigneto e quattro di bosco, si trovano nella parte più occidentale e più fresca dei Colli Orientali del Friuli, a Savorgnano del Torre, tra i 175 e i 300 metri di altitudine.Le Alpi e le Prealpi Giulie riparano la vite dalle fredde correnti del nord e il mare Adriatico a sud garantisce una benefica ventilazione.Nascono vini la cui freschezza è una caratteristica molto riconoscibile.Nella ricerca della massima espressione del terroir, come filosofia aziendale, abbiamo scelto di coltivare vitigni autoctoni, quei vitigni che sono nati o acclimatati da centinaia di anni sul suolo friulano.Se ne trovano di due tipi all’interno del territorio. Pochi chilometri separano le due zone ma differente microclima e diversità nel terreno apportano diverse sfumature anche nei vini.Punti importanti sono:– I vigneti sono in posizioni vocate. Se il vino è territorio le grandi uve devono provenire da grandi territori. Partendo da una posizione vocata il lavoro in vigneto funziona bene con pochi interventi: la pianta si autoregola, i trattamenti sono meno frequenti e invasivi, la maturazione del frutto è resa possibile anche nelle annate più difficili.– Quasi tutti i vigneti godono della presenza di boschi, molto importante per favorire la biodiversità.-I vigneti derivano da selezioni massali; – Per vitalizzare il terreno usiano il sovescio autunnale (trifoglio rosso, per la maggior parte,) e un movimento sottofila per arieggiare e di conseguenza ricreare condizioni favorevoli alla vita microbiologica.– I sistemi di coltivazione sono quello tradizionale a cappuccina, molto diffuso in questa zona per vitigni come il Friulano e il Picolit dalla forte vigoria, e guyot per il Refosco e lo Schioppettino.Dal 2011 inizia il percorso di certificazione al biologico, anche se già dal 2005 i vigneti non sono più stati trattati con prodotti di sintesi. Si concentrano sul tentativo di coltivare una vigna sana, in grado di sopportare i parassiti e di alimentarsi naturalmente. Ciò significa che puntano allo sviluppo di un terreno ricco di humus e di un ecosistema equilibrato all’interno del vigneto.Praticano un’agricoltura capace di rivitalizzare la terra, stimolare le piante e produrre frutti con un forte legame con il territorio. La vendemmia dura circa un mese (da metà settembre a metà ottobre) e negli anni dove è possibile lavorare con la botrytis anche fino a fine ottobre.Una delle priorità è arrivare a una maturazione fisiologica ottimale dell’uva: gli acini vengono assaggiati con particolare attenzione nei confronti della buccia e dei vinaccioli.La loro filosofia prevede il vignaiolo come una parte del tutto; se la sua presenza si fa protagonista l’espressione del luogo perde importanza.
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